Il nome Italia deriva dal vocabolo Italói, termine con il quale i greci designavano i Vituli (o Viteli), una popolazione che abitava nella punta estrema della nostra penisola, nei pressi dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello (vitulus, in latino). Il nome significa cioè “abitanti della terra dei vitelli”. Fino all’inizio del V secolo avanti Cristo, con Italia si indicò solo la Calabria, in un secondo tempo il nome fu esteso a tutta la parte meridionale del Paese.
Dalla Calabria alle Alpi. Nel secolo III, dopo le vittorie riportate dai romani contro i Sanniti e contro Pirro, si estese fino al Magra e al Rubicone. Nel ’49 avanti Cristo, quando anche alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola presero il nome di Italia. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa di Augusto (27 dopo Cristo) che li portò a ovest al fiume Varo (presso Nizza) e a est al fiume Arsa, in Istria. (fonte: “Focus”)
Mentre Antioco di Siracusa nel V secolo a. C. così scriveva:
“L’intiera terra fra i due golfi di mari,
il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace],
fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio,
che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza.
Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo
questa terra Italia. E quando italo si fu impadronito
di questa terra dell’istmo, ed aveva molte genti
che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti
e pose sotto la sua dominazione molte città”.
A confermare il tutto furono, tra gli altri, anche Dionigi (o Dionisio) di Alicarnasso e Aristotele. Re Italo allargò il suo dominio sull’Enotria che si estendeva per un vasto territorio compreso fra l’attuale Calabria e l’asse Metaponto-Posidonia (dalla foce del Bradano alla foce del Sele).
“Col volger degli anni fu detta Italia per un uomo potentissimo, Italo nominato. […] uomo destro e filosofo, il quale convincendo molti popoli col dire e molti colla forza, ridusse in poter suo quanto v’è tra ‘l golfo Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace]: e quel tratto fu il primo che Italia da Italo si dicesse. […] divenuto più forte, fece che molti altri gli ubbidissero; perocché mise il cuore su’ confinanti, e ne prese molte città“. (Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I, 11 – 12)
“Antica sembra essere anche l’istituzione dei sissizi, quelli di Creta risalendo al regno di Minosse, ad epoca molto più antica invece quelli d’Italia. Dicono infatti gli esperti delle popolazioni che vivono lì, che divenne re dell’Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece che Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi. Per questa ragione ancora oggi alcune delle popolazioni che discendono da lui praticano i sissizi e osservano alcune sue leggi; onde ne seguì che gli Enotri, cangiato nome, indi innanzi si chiamarono Itali, e che tutta quella costa d’Europa prese nome d’Italia, la quale si stende dal golfo scilletico al lametico; che sono due punti a mezza giornata di cammino l’uno dall’altro” (Aristotele, Politica, VII, 9, 2)
Così come anche Virgilio nella sua celebre Eneide e Strabone ricordano che nelle terre dell’Istmo di Catanzaro nacque il nome Italia
«Una parte d’Europa è, che da’ Greci
si disse Esperia, antica, bellicosa
e fertil terra. Da gli Enotri colta
prima Enotria nomossi: or, com’è fama,
preso d’Italo il nome, Italia è detta.
Questa è la terra destinata a noi»
[Eneide, III, versi 286-291].
«Antioco, nel suo Libro dell’Italia scrive che questa era chiamata Italia, e che quest’è quella, ch’è descritta da lui, la quale anticamente s’addimandava Enotria.[…] E di più, che nei tempi passati, quelli soli si chiamavano Enotri, e Italiani, ch’erano dentro dell’istmo [di Catanzaro], …, il qual’istmo è largo centosessanta stadi tra i due golfi, cioè l’Ipponiate (da Antioco chiamato Napitino) e il Scilletico»
[Prima parte della Geografia di Strabone]