1 Febbraio 2023
La libertà d’impresa, invocata dal titolare del punto vendita Conad di corso Mazzini, si basa sul rispetto delle leggi e delle regole. Si può anzi dire che senza regole non esisterebbe libertà d’impresa e al suo posto dominerebbe solo una liberalizzazione selvaggia.
La vicenda Conad attiene solo ed esclusivamente al dovere di rispettare le regole. Un dovere che riguarda tutti, nessuno escluso, e che questa Amministrazione, sin dal suo insediamento, ha messo a fondamento della sua azione politica di governo cittadino. Dunque, nessun intento persecutorio. Semmai l’azione messa in campo dagli uffici comunali, anche e soprattutto sulla base di inoppugnabili documenti prodotti da soggetti terzi come i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale, aiuterà l’azienda a ripartire nel modo giusto, superando – ci si augura – tutte le criticità che l’istruttoria ha messo in evidenza.
La politica del “chiudere un occhio” davanti alle irregolarità amministrative non è applicabile a questa Amministrazione che si sforzerà sempre di essere accanto agli imprenditori nella chiarezza, nella piena legalità e con senso dell’equilibrio. E questo nei confronti di tutti, senza alcun favoritismo.
Siamo convinti che il titolare del punto Conad, essendo peraltro stato di recente un amministratore di questo Comune, comprenderà che la scelta della chiusura dell’esercizio non è stata dettata da nessun spirito ostile, ma solo dall’esito di un’istruttoria che è risultata complessa per i suoi risvolti di natura urbanistica e di tutela della sicurezza.
Del resto, i tempi celeri con cui l’attività commerciale ha potuto essere avviata dalla proprietà prima dell’annullamento d’ufficio in autotutela del provvedimento autorizzativo confermano l’assoluta inesistenza di atteggiamenti ostili o vessatori.
La vicenda Conad non riguarda neppure l’opportunità o meno di ospitare un supermercato nel centro storico. Sarebbe infatti contraddittorio che questa Amministrazione, impegnata com’è a rilanciarlo e vivacizzarlo su più piani, non ultimo quello commerciale, avesse delle riserve rispetto a una presenza che nei centri storici delle più grandi città italiane costituisce da tempo la normalità.
Il quadro di criticità che emerge dagli atti di ufficio appare molto chiaro.
In particolare, con riferimento alla C.I.L.A. (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) codice univoco 12144, è stato verificato che gli elaborati progettuali allegati indicano una superficie complessiva lorda di oltre 600 mq, laddove ai sensi dell’art. 35 delle N.T.A. del vigente P.R.G., nelle ZTO A, non sono ammesse attività commerciali all’ingrosso e al dettaglio con superficie lorda di piano superiore a 400 mq; posto che l’attività richiesta non può rientrare tra quelle già “esistenti” alla data di approvazione del PRG, avvenuta in data 16.11.2002.
Inoltre, non è stato acquisito il parere preventivo dei VV.FF. né il Certificato Prevenzione Incendi, ai sensi del D.P.R. 151/2011, per come rilevato dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Catanzaro che hanno evidenziato con note protocollo n°805 del 19.1.2023 e n°1093 del 25.1.2023, come il progetto a cui si fa riferimento è inerente a un esercizio commerciale di vendita di abbigliamento con categorie merceologiche diverse da quelle di un supermercato.
In riferimento alla S.C.A. (Segnalazione Certificata di Agibilità) e sempre a titolo esemplificativo, non è dimostrata, né attestata l’idoneità strutturale del fabbricato, posto che la Dichiarazione di Abitabilità originaria non costituisce documentazione comprovante quanto necessario. Non è allegata la dichiarazione relativa al superamento delle barriere architettoniche (Legge 13/89), obbligatoria per le attività commerciali. Non è allegata la documentazione comprovante la valutazione del comando dei VV.FF. di prevenzione incendi, di cui al D.P.R. 151/2011.
Non è immaginabile che a fronte di queste evidenze, che neppure ben 126 pagine di memoria difensiva sono bastate a confutare, gli uffici competenti potessero rimanere inerti, venendo così meno a loro precisi doveri d’ufficio.
Gli inevitabili provvedimenti assunti nei confronti del punto vendita Conad di sicuro non fanno piacere. L’amministrazione comunale ha ben presente cosa significhi un fermo attività per chi si è assunto il rischio di impresa e per coloro i quali quello stesso rischio ha significato avere un posto di lavoro. Così come ha ben presente l’impatto che taluni provvedimenti possono avere su un’opinione pubblica attenta e ansiosa di uscire dal clima avvilente di stagnazione che ha segnato gli anni recenti e che ancora, per molti versi, pesa sul presente.
Tuttavia, pur in queste consapevolezze, nulla può consentire il mancato rispetto delle norme. L’Amministrazione comunale per prima sarà felice se, in un quadro di ferma legalità, la vicenda potrà trovare uno sbocco positivo, restituendo serenità ai lavoratori e all’impresa. È bene però ribadire quanto affermato in precedenza e cioè che Catanzaro ha imboccato una strada nuova, fatta di trasparenza degli atti prodotti e osservanza delle regole, senza che vi sia spazio alcuno per qualunque forma di condizionamento.
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Comune di Catanzaro